Expo 2015: Milano, 14 padiglioni per l’arte italiana

Pietà_Rondanini

Il governatore Roberto Maroni e il critico d’arte Vittorio Sgarbi hanno presentato un percorso tematico tra i palazzi storici della città in vista di Expo.

«Valorizzare Milano come capitale della cultura» attraverso 14 padiglioni, dislocati in altrettanti sedi cittadine. Questo è l’obiettivo della strana coppia Vittorio Sgarbi-Roberto Maroni, il primo in qualità di Ambasciatore dell’Arte per l’Italia all’Expo, il secondo come presidente della Regione Lombardia. E non è finita qui. Nelle idee di Sgarbi e Maroni c’è anche un «padiglione del cuore» che unisca idealmente Milano e Urbino, città d’arte, nel segno del motto «Dov’è il tuo cuore è il padiglione».

UNA GUERRA PER AVERE I BRONZI
E proprio dal critico d’arte è iniziata l’accesissima querelle sui Bronzi di Riace. Tanto che è dovuto intervenire il ministro competente: Dario Franceschini ha infatti espresso la necessità di una commissione ad hoc per valutare gli eventuali impatti negativi sullo spostamento delle due statue bronzee in vista di un eventuale trasferimento per l’Expo, in risposta alla dichiarata richiesta di Vittorio Sgarbi di far muovere i Bronzi alla volta di Milano per esporli addirittura nel Primo padiglione, il simbolo dell’Esposizione Universale o un padiglione appositamente realizzato dalla Regione Lombardia. Secondo Sgarbi i Bronzi sono «patrimonio di tutti, patrimonio nazionale e beni dello Stato. Ed esposti a Milano, gioveranno anche all’immagine della Calabria portando una indubbia attenzione sul luogo dove sono stabilmente custoditi». Sgarbi è un fiume in piena: «È impensabile che chi viene a Milano, tra mille sollecitazioni, mediti di andarle a vedere a Reggio Calabria. Inoltre la fortuna che essi otterranno a Milano potrà essere reinvestita in Calabria, a vantaggio di beni abbandonati e molto più fragili».
UN PADIGLIONE DEDICATO A BRAMANTE
Ma Milano ha tanto altro da offrire. Ecco che allora Santa Maria presso San Satiro e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, diventano le sedi proposte per il padiglione 2 dedicato al Bramante, con l’esposizione degli affreschi di casa Punigarola e del Cristo alla colonna.
DUE PADIGLIONI PER LEONARDO
Mentre i padiglioni 3 e 4 son dedicati a Leonardo. Primo obiettivo raddoppiare il numero di persone che possono accedere al Cenacolo: da 25 a 50. La Regione Lombardia, anche in accordo con sponsor privati, dovrebbe garantire turni di otto ore con pagamenti di straordinari ai custodi e, per eventuali necessità, il supporto di agenzie per aperture serali e notturne dalle 19 alle 3. Per il secondo padiglione leonardiano invece Palazzo Bagatti Valsecchi dovrebbe ospitare l’esposizione del Codice Sforzeide di Giovanni Pietro Birago.
RICOMPORRE IL TRITTICO DI ANTONELLO DA MESSINA
Lo stesso palazzo ospiterebbe anche il padiglione 5 dedicato ad Antonello da Messina, di cui sarebbe ricomposto il famoso trittico attualmente smembrato fra Galleria degli Uffizi e Castello Sforzesco.
LA PIETÀ RONDANINI DI MICHELANGELO PROTAGONISTA
Ovviamente non poteva mancare Michelangelo: la sua Pietà Rondanini, con una riorganizzazione dei turni di guardiania, potrebbe essere il fulcro del padiglione numero 6.
PADIGLIONI DEDICATI A TIEPOLO, CARAVAGGIO E RAFFAELLO
Caravaggio e Raffaello protagonisti del padiglione 7, mentre l’ottavo sarebbe dedicato a Tiepolo: Palazzo Clerici, che possiede uno straordinario soffitto del maestro veneto, è la sede ideale per esporre una serie di disegni, tra cui quelli del soffitto stesso.
IL PADIGLIONE 9 SUONA
L’edizione del festival MITO con orchestre e concerti provenienti da ogni parte del mondo e il concerto inaugurale al Teatro ‘La Scala’, a pieno titolo nel programma dell’Expo, sarebbero i protagonisti del padiglione 9.
C’È ANCHE LA LETTERATURA
Per Stendhal, protagonista del numero 10, l’idea è quella di un itinerario che, da Palazzo Clerici, tocchi il Teatro ‘La Scala’, i palazzi di via Manzoni, la casa dell’autore de I promessi sposi Alessandro Manzoni (dove allestire la mostra Stendhal e Manzoni), Palazzo Belgioioso e il museo dell’Ottocento. Sede ideale per il padiglione è il Museo di Storia contemporanea in via Sant’Andrea.
DISTURBATI ANCHE I FUTURISTI
Al padiglione 11 verranno messi sotto la lente di ingradimento i Futuristi con i loro capolavori provenienti dal Museo del Novecento, da Brera e da raccolte private.
AL 13 L’ARCHITETTURA
Il teatro Parenti ospiterebbe il padiglione 12 come punto di arrivo di un itinerario dedicato a De Chirico e a Savinio, mentre il padiglione 13 è un omaggio all’architettura della città vista come una grande capitale europea, con un omaggio a Guglielmo Mozzoni, morto il 31 luglio e ideatore di capolavori edilizi come Palazzo Pirelli, stazione Centrale, Torre Velasca, Palazzo Mezzanotte, la Torre Snia Viscosa di piazza San Babila e il Palazzo dell’Arte di viale Alemagna.
UN VIAGGIO NELL’ARTE ANTICA
Tuffo nell’arte antica per il padiglione 14 con una mostra a Palazzo Litta con grandi collezioni private italiane e opere dell’arte italiana dal Duecento al Novecento.
E poi ci saranno i «padiglioni non padiglioni», cioè quelli senza un palazzo che li contenga ma diffusi sul territorio.

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