Il nuovo Moscato D’Asti: intervista a Riccardo Bianco, Azienda Mongioia di Santo Stefano Belbo

Mongioia

Riccardo Bianco, titolare dell’Azienda Mongioia di Santo Stefano Belbo, fin da bambino vive la sua terra, la sua vigna ma è sempre attento ad ogni opportunità che possa dare un contributo al nuovo Rinascimento del Moscato D’asti DOCG.

L’uva Moscato a piena maturazione è gialla come l’oro e dolce come il miele. In campagna, una bottiglia di Moscato non mancava mai in occasione di feste ma solo quelle importantici per la preziosità di questo nettare degli Dei.

Riccardo Bianco, vuole dare un nuovo volto al Moscato, pur rispettandone le tradizioni; ci racconta cosa sta succedendo nel settore e quale potrebbe essere la chiave per la riscossa del Moscato del suo Piemonte.
Riccardo non è uno sprovveduto, si rende conto che il mercato oggi è cambiato e il cliente/consumatore è molto più informato ed esigente. Non basta avere un buon prodotto di qualità, la cosa più importante è creare nel consumatore la consapevolezza di qualità percepita e far sì che si trasformi in un “desiderata” di acquisto.

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Per questo, con la preziosa e gioiosa moglie Maria, è presente alle varie manifestazioni, si è circondato di esperti comunicatori come Federico Menetto e di consulenti dal naso e dal palato super-fini come Luca Gardini.

Riccardo Bianco è un paladino che con le proprie forze promuove il Moscato, non solo il suo Mongioia. Che bello sarebbe se anche i contadini piemontesi riuscissero a imparare finalmente che “piccolo è bello” ma insieme si possono vincere le battaglie più facilmente!

Riccardo, qual è la situazione del mercato del Moscato in Italia?
In questi anni il mercato del Moscato d’Asti DOCG tappo raso è cresciuto significativamente facendo registrare un aumento anche rispetto allo Spumante Asti DOCG. I consumatori e gli appassionati fino a qualche tempo fa erano abituati a pensare più che altro allo Spumante, percepito come un prodotto meno –passatemi il termine– “artigianale”. Quando arrivavano qui e scoprivano il Moscato Docg dei piccoli produttori, che è un vino molto diverso, restavano sorpresi. Positivamente a quanto pare.

Com’è percepito questo vino fuori dai confini nazionali?
Negli Stati Uniti da qualche tempo è “MoscatoMania”, gli americani sono impazziti per il Moscato e il mercato estero fa registrare dati positivi. Anche nei Paesi del Mediterraneo questo vino è molto apprezzato.

Cosa rende unico il Moscato d’Asti Docg?
I produttori di Moscato d’Asti DOCG sono piccole aziende che lavorano con cura e rispetto per le uve. Puntiamo a fare un vino di grande qualità, un vino con l’anima. E tutta questa dedizione e quest’attenzione si percepiscono e si sentono, inevitabilmente, anche nel bicchiere.

Chi beveva un tempo e chi beve oggi Moscato?
Sfatiamo un mito, quello del Moscato come vino per le donne. Il Moscato piace alle donne, è vero, ma può essere anche un vino da ‘uomini veri’. Noi ad esempio in Mongioia abbiamo creato una coppia di vini, due etichette con connotazioni diverse che sono proprio il volto maschile (Belb) e femminile (Lamoscata) del Moscato. Insomma, c’è un Moscato per tutti.

Come si beve questo vino, è ancora un vino da ‘fine pasto’?
Buona domanda. Per anni il Moscato è stato un vino da fine pasto, relegato agli abbinamenti con i dolci. Oggi non è più così, per fortuna. Non esiste un abbinamento perfetto ma ne esistono molti ottimi: il Moscato può essere un vino da aperitivo, usato anche per la preparazione dei cocktail, ma va bene anche a tutto pasto. Noi abbiamo investito fortemente in questo senso, ci siamo concentrati solo sul Moscato per poter sperimentare e per specializzarci creando 6 etichette differenti capaci di rispondere alle richieste di consumatori diversi e di accompagnarsi naturalmente con piatti un tempo del tutto inaspettati negli abbinamenti.

Cosa c’è ancora da fare per far funzionare sempre meglio il mercato del Moscato?
Sul territorio stiamo lavorando bene, ci stiamo influenzando positivamente a vicenda ed è evidente che quando un’azienda fa bene il proprio lavoro ed ha un buon riscontro di mercato si crea un indotto che è positivo anche per gli altri. La sinergia è fondamentale così come, secondo me, il lavoro che stiamo facendo già da tempo per realizzare dei vini “su misura” che rispondano alle esigenze di clienti differenti e che si prestino a ogni occasione.

Quali sono le prospettive del Moscato, in particolare dei piccoli produttori piemontesi del Moscato d’Asti Docg?
Le prospettive sono ottime, c’è ancora tanto da fare ma le opportunità non mancano e noi ci auguriamo che presto la “MoscatoMania” conquisti il mondo!

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